Quando si parla di parquet per esterno, per meglio dire parquet decking, è necessario tenere presente alcuni piccoli accorgimenti al momento della scelta.
Partiamo col dire che, chi più o chi meno, tutti i tipi di legno che vengono posati all’esterno tengono, col tempo, ad invecchiare e prendere un colore tendente al grigio. Il “decking per eccellenza” è senz’ombra di dubbio il Teak Burma, essenza molto stabile, difficile da reperire, a causa del disboscamento selvaggio effettuato negli anni, e sicuramente la più costosa in assoluto. Dopodichè passiamo al Teak Asia, molto simile alla vista e nella stabilità al Teak Burma ma sicuramente di più facile reperimento e “un pò più abbordabile”. Negli ultimi anni è stato immesso sul mercato anche il Teak FSC di piantagione, non è nient’altro che lo stesso seme piantato in altre zone del mondo (spesso in America) ottenendo un risultato finale per niente simile al Teak a cui siamo abituati (alta presenza di alburno) ma con la consapevolezza di non distruggere nessun tipo di ambiente.
Grazie alla diffusione in tutto il mondo del decking, oltre al Teak, sono nate altre essenze molto più economiche che, con i suoi pregi ed i suoi difetti permettono a tutti di poter avere una pavimentazione in legno da esterno. Alcune tra le più famose sono: Angelim, Garapa, Iroko, Ipè, Bambù, Thermo Frassino etc.
Tralasciando i gusti personali, nel momento della scelta del proprio decking è necessario considerare:
1) Che tipo di posa vogliamo, clip a scomparsa o viti a vista (non tutte le essenze sono adatte per una posa con clip)
2) Qual’è la sotria del decking che compreremo (provenienza, stoccaggio, trattamenti eventualmente subiti)
3) Diffidare dai prodotti troppo economici per non metterci le mani più volte
4) Che tipo di lavorazioni ha subito la tavola (intestazione a 90°, maschio/femmina di testa, fresatura laterale, oliatura in fabbrica)
Sono particolarmente legati tra loro il punto 2 e il punto 3; l’iter che normalmente deve subire un parquet da esterno è quello dello stoccaggio per un anno e mezzo alle intemperie in modo che faccia tutte le movimentazioni di cui ha bisogno prima della sua posa. Dopodichè molte essenze vengono stabilizzate in forno ad un certo tasso di umidità. Alla fine dei giochi quello che andremo a posare sarà un materiale stabile che difficilmente ci darà problemi (se posato a regola d’arte). Spesso i prodotti troppo economici non subiscono questo iter, anzi può capitare di trovare le stecche con un olio a base di cera sulle teste per impedire alla stessa di assorbire umidità(cosa molto strana per un parquet che dovrà passare la sua vita all’esterno no?!), oppure possiamo trovare un lato del materiale sano e l’altro rovinato e si giustificano, i venditori che poi non posano il materiale, che “quel tipo di essenza si può posare solamente da un lato, sia esso quello liscio o quello zigrinato”: niente di più falso, l’unico caso in cui si può posare una parte invece di un’altra è quando si chiede una fresatura asimmetrica per la posa con clips, altrimenti un decking deve essere possibile posarlo in entrambe le sue facce. Ultima considerazione importante per non trovarsi a brutte sorprese dopo è il punto 4: spesso un matriale economico non ha squadrate le testa per cui, nel momento della posa, quando si andranno ad avvicinare due tavole, la fuga risulterà essere irregolare.
Nei prossimi articoli andremo a parlare in dettaglio delle varie essenze, dei loro pregi, difetti e tipi di posa.
Se siete intenzionati ad acquistare un parquet decking è meglio, come tutte le cose, rivolgersi direttamente a un professionista che provvederà anche alla posa, in questo modo sarete sicuramente seguiti e consigliati al meglio!
Lascia un commento